
La storia dimostra, almeno secondo la magistratura modenese, che la responsabilità del disastro che ha colpito nel gennaio scorso la Bassa Modenese non è tutta da addebitare alle nutrie. Forse non proprio tutta, forse solo un poco, forse per niente.
La rotta dell’argine del fiume Secchia che ha messo in ginocchio i paesi di Bastiglia, San Matteo di Modena, Bomporto, San Prospero, Camposanto, Finale, Medolla e San Felice, e che ha distrutto la vita e il lavoro di tanta gente, non è stata casuale o neppure da imputare a roditori e altri animali selvatici. Secondo il procuratore capo Vito Zincani è ora arrivato il momento “di valutare eventuali iscrizioni al registro degli indagati e anche quali siano i reati ipotizzabili” e aggiunge: “Non si esclude l’ipotesi di reato di disastro colposo”.
La notizia è riportata anche dai giornali locali e qui potete leggere l’articolo della Gazzetta di Modena, mentre cliccando sull’immagine di sinistra si ingrandisce la pagina del Carlino di Modena – QN Nazionale.