
Delle malefatte dei Predoni del Po, alla fine, si è parlato anche in Senato.
Sebbene il territorio da controllare risulti essere molto vasto e comprenda province e regioni diverse, il sottosegretario all’Interno Carlo De Stefano, rispondendo ad un’interpellanza della parlamentare Pd Albertina Soliani di Boretto, ha affermato a nome del governo che “la situazione viene seguita con attenzione e che i controlli lungo il fiume proseguiranno ancora”.
“Il Governo – ha detto De Stefano – sa che fin dal 2008 le indagini delle forze dell’ordine, effettuate anche con appostamenti e pedinamenti, hanno appurato che si sono verificati numerosi ritrovamenti sulle rive del Po di scarti di pesce e che esiste tra il Mantovano e il Reggiano una postazione fissa di pesca sul fiume Po, situata in particolare nel comune di Luzzara, dove vengono utilizzati mezzi non consentiti dalla normativa sia nazionale che regionale. Infatti il pesce siluro viene custodito vivo per giorni e legato a delle funi mediante l’utilizzo di cappi fatti passare dalla bocca e dalle branchie. Un volta raggiunto il quantitativo di 15 quintali circa di pescato, i pesci vengono caricati vivi in vasche destinate al mercato ittico nazionale ed estero, in particolare a quello ungherese. Già nel febbraio del 2010 tre persone di nazionalità ungherese sono state denunciate per maltrattamento di animali e frode in commercio. Questo li avrebbe spinti a spostare le attività illecite nel Rodigino e nel Ferrarese”.
Anche a proposito dei continui furti di motori e imbarcazioni il sottosegretario De Stefano si è mostrato, almeno a parole, molti deciso: “La vigilanza sul fiume è stata rafforzata, soprattutto di notte. Per questo, oltre alle forze dell’ordine e al Corpo Forestale dello Stato, sono state coinvolte anche le associazioni volontarie di guardie ecologiche e fluviali, sono aumentati i sistemi di video sorveglianza e sono stati sensibilizzati i controlli di vigilanza privata”.
La situazione della legalità sul Grande Fiume, visto come siamo messi fino a oggi, non può che migliorare. Vogliamo credere che alle parole spese ieri in Senato possa seguire un’azione concreta di aiuto, controllo e riconquista civile del territorio fluviale.