

E’ stata segnalata nei giorni scorsi da alcuni pescatori e diportisti la presenza al largo delle coste polesane di una piattaforma apparentemente impegnata in trivellazioni o carotaggi del fondo.
La notizia dell’avvistamento è stata riportata, oltre che da alcuni siti d’opinione e volontariato, anche da rovigooggi.it.
La piattaforma è comparsa dal nulla e, al momento, nessuno sa da dove viene, cosa stia facendo, a chi appartenga. Semplicemente se ne sta lì, a una dozzina di miglia marine al largo tra Sottomarina e il Delta del Po.
Sembra che alla Capitaneria di porto di Chioggia, che vigila sulle coste polesane, al momento non risulti alcuna presenza sospetta. Eppure una piattaforma non si costruisce nel giro di poche ore. Come ha fatto a comparire senza che nessuno ne sappia nulla? Dalla sala operativa della Guardia costiera, dicono a Rovigooggi, si riservano di verificare attraverso l’ufficio Tecnico e rimandano eventuali spiegazioni a lunedì 23 luglio.
I consiglieri regionali Pd Lucio Tiozzo e Graziano Azzalin hanno presentato un’interrogazione alla giunta regionale per chiedere di far luce sulla vicenda e per capire meglio cosa stia accadendo nel nostro mare. Il dubbio è “che tali attività siano propedeutiche e nuove estrazioni di gas nel mare Adriatico con tutti i gravi rischi di subsidenza per la costa veneta” e che “eventuali attività di prospezione e carotaggio possano avvenire senza una preventiva informazione agli enti locali dei territori interessati e dell’istituzione regionale”. “Speriamo vivamente che possa essere un falso allarme – affermano i due consiglieri democratici – ma vogliamo avere certezze: non possiamo accettare che il nostro mare possa correre anche solo il minimo rischio di essere lasciato nelle mani di speculatori e “nuovi pirati” che agiscono in modo nascosto e senza che vengano fornite spiegazioni a chi da, terra o dalla propria barca, vede con apprensione ombre scure muoversi all’orizzonte. Le nostre coste e le attività che storicamente vi si svolgono sono un patrimonio troppo importante”.
Insomma, per il momento, nessuno sa niente della piattaforma, ma i motivi per essere preoccupati non mancano. Forse siamo alle prese con un altro insulto per la salute dell’ambiente e del nostro territorio.