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Cavanella Po da un’emergenza a un’altra. Prima i Predoni del Po e adesso anche tre profughi per abitante

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di Andrea Dal Cero

A Cavanella Po ci eravamo stati a marzo dello scorso anno e ci eravamo infilati, Francesco ed io, in quello che veniva chiamato al tempo “il bunker dei predoni del Po”. Potete leggere il nostro racconto qui: http://www.ilgiornaledelpo.it/giornalisti-di-azione-fluviale-nel-bunker-dei-predoni-del-po/

Già in quei giorni la situazione era decisamente fuori controllo. “Non abbiamo il controllo della situazione perchè il fenomeno è molto esteso e la polizia provinciale, anche con l’aiuto delle nostre forze comunali, non può farcela. E’ una questione di competenze e soprattutto di pericolosità che i nostri uomini non sono abituati ad affrontare. Dovremmo contattare Striscia la Notizia o Le Iene perchè se ne occupino loro”. Fu la dichiarazione dell’assessore di Adria Federico Simoni in quota Forza Italia, che ha le deleghe per la caccia e la pesca.

“In una frazione di Cavanella Po c’è una grande attività: hanno costituito (i predoni, n.d.r.) una base per raccogliere il pescato e stoccarlo in attesa di spedirlo via camion al loro paese, sembra un bunker, anche se le forze dell’ordine hanno già effettuato qualche controllo, siamo preoccupati per lo stato di degrado del posto e la diffidenza dei nostri cittadini.” Disse il sindaco di Adria Massimo Barbujani, Bobo per i suoi concittadini.

Oggi, a questa situazione di degrado fuori controllo, si è aggiunto il problema dei profughi (veri o falsi che essi siano). A Borgo Fiorito, il solito residence dell’incubo, ne sono arrivati 102, a fronte di 31 residenti in paese ed altri 23 nelle campagne circostanti.

Il Prefetto per noi non è più un interlocutore, ma un contraddittore. E penso non sia persona gradita ad Adria, sino a quando continuerà a trattare il territorio così.” Dichiara Luca Azzano Cantarutti, consigliere comunale di Indipendenza Noi Veneto durante l’incontro andato in scena nel pomeriggio di sabato 19 novembre, tra l’amministrazione comunale di Adria e la gente del piccolo borgo. Penso che questa di Cantarutti sia una frase esplicita che racconta bene lo stato d’animo della gente di Cavanella assediata dalla “gestione professionale dell’accoglienza”  che le passa quotidianamente e violentemente sopra la testa azzerando i diritti e calpestando ogni aspirazione di vita sopportabile. A Cavanella non ce la fanno più. Qui, vivere, è ogni giorno più difficile.