
Cinque Province unite per la realizzazione di un importante progetto verde: la pista ciclopedonale Treviso-Ostiglia che, una volta ultimata, sarà la più lunga ciclovia d’Italia.
A volerlo fortemente è la Presidente della Provincia di Padova Barbara Degani, che ha riunito nella propria sede Giovanni Miozzi, Presidente della Provincia di Verona, Floriano Zambon, assessore al Turismo della Provincia di Treviso, Dino Secco, capo di gabinetto della Provincia di Vicenza, Massimiliano Montagnini, consigliere delegato della Provincia di Mantova, Mariano Carraro, segretario regionale all’Ambiente e Carlo Albanese, delegato per il Nord Est delle Ferrovie dello Stato.
Le Province di Padova, Vicenza, Verona, Treviso e Mantova, sollecitate da Barbara Degani, si sono riunite per far fronte comune con la Regione Veneto e le Ferrovie dello Stato e portare a compimento la pista ciclopedonale Treviso-Ostiglia: 116 km. di piste, di cui 33 nel Padovano, che attraversano il Po e il Sile, che solcano territori e paesaggi per lunghi tratti alberati e incontaminati.
Un percorso ricavato sul sedime dell’omonima linea ferroviaria realizzata per fini bellici e strategici tra il 1920 e il 1940, che fu bombardata dagli alleati nel corso della Seconda Guerra mondiale e che attualmente rappresenta il tratto di ferrovia dismessa più esteso d’Italia. Il suo ripristino, più volte annunciato dal Dopoguerra in poi, oggi diviene finalmente realtà.
La pista, per il suo fascino naturalistico, viene già paragonata dagli esperti alla famosa San Candido-Lienz. Lungo il suo percorso attraversa borghi, parchi, sei caselli ferroviari e due magazzini di pregio che si trovano lungo i binari.
Per il completamento dell’opera, in gran parte già realizzata e inaugurata, è necessario reperire ulteriori risorse, possibilmente fondi europei, e siglare un accordo con FFSS per la concessione o l’acquisto dei sedimi ancora mancanti. Le quattro Province venete si sono trovate d’accordo nel dare mandato alla Regione per trattare con le Ferrovie e individuare finanziamenti europei attraverso il POR 2014-2020 (Programma Obiettivo Regionale). E’ stata confermata inoltre la volontà di sostenere economicamente l’opera e di portare le richieste dei singoli Comuni sul tavolo regionale.