
Arrivano le gru lungo il Po. E’ ormai il momento di tendere l’orecchio. La maestosa migrazione di questi grandi uccelli dalle piume chiare è uno spettacolo che si annuncia da lontano, dal momento che le gru si fanno sentire ancor prima di farsi vedere. Quando l’aria si riempie dei loro ininterrotti richiami, è il momento di alzare gli occhi e di cercare la loro sagoma in cielo.
Fino a vent’anni fa, le gru in Italia erano una sporadica chimera. Negli ultimi decenni un numero crescente e ormai cospicuo di questi animali in autunno varca le Alpi sul Carso e attraversa la Pianura Padana da Est ad Ovest, seguendo il corso del Po, per poi superare nuovamente le Alpi fra le province di Torino e di Cuneo. In primavera compiono il percorso in senso contrario.
E’ una rotta migratoria nuova, o forse vecchissima e tornata in auge dopo lungo oblio. Ma ormai le gru non si limitano solo a passare. Anno dopo anno, sempre più tendono a trascorrere lunghi periodi attorno al Po, in inverno e a volte non solo in inverno, dal Piemonte (soprattutto la zona di Casale Monferrato) al delta.
L’animazione qui sotto mostra gli avvistamenti delle gru in Europa a partire dall’ottobre 2021. Viene dal portale Euro Bird, curato da associazioni che studiano e proteggono l’avifauna. Clic sulla freccia verde in basso a sinistra per farla partire. Si vede chiaramente come il corso del Po sia per le gru una sorta di calamita. Si nota anche che non esercita la sua attrazione esclusivamente durante le migrazioni in autunno e in primavera.
Diffuse dalla Russia all’Europa centrale, le gru del Vecchio Continente – Grus grus il nome scientifico – nidificano soprattutto in Scandinavia e nei Paesi Baltici. Alcune trascorrono l’inverno nell’Africa nord occidentale, altre in Spagna e in Francia. Ma ormai svernano anche lungo il Po.
Le gru frequentano le zone umide, dove si nutrono di insetti, anfibi, piccoli rettili, pesciolini e anche di vegetali. Hanno la rispettabile lunghezza di 1,30-1,50 metri e un’apertura alare che arriva a 2,40 metri. Zampe lunghissime, coda a ciuffo ripiegata verso il basso. Sono prevalentemente color cenere, ma hanno un gruppo di penne scure sulla coda; piume nere su parte del collo e attorno al becco; due macchie bianche simmetriche ai lati del capo; una macchia rossa sulla fronte.
A parte il periodo della riproduzione, le gru hanno comportamenti gregari. Si spostano in stormi composti da decine, centinaia di individui. Volano tenendo le zampe distese e il collo allungato, in formazioni disposte più o meno nettamente a “V”. L’individuo che vola davanti agli altri “taglia l’aria” a beneficio di tutti. Si stanca di più e viene sostituito frequentemente.
Sono gran chiacchierone, le gru. Quando formano uno stormo, emettono ininterrotti richiami per mantenersi reciprocamente in contatto. Lo fanno quando sono posate a terra, lo fanno durante il volo. Ecco perché la migrazione delle gru è uno spettacolo che si sente arrivare da lontano prima ancora di cominciare a vederlo. Il video mostra (e registra!) le gru in volo su Cuneo a fine autunno 2021. Si accingevano a lasciare la Pianura Padana per far rotta verso la Francia e la Spagna.
Un tempo, ma veramente molto tempo fa, le gru in Italia erano una presenza consueta. Traspare ad esempio dalla novella del Decameron di Boccaccio dedicata a Chichibio. E’ il cuoco che, cucinata una prelibata gru, ne dà una coscia alla fanciulla di cui è innamorato e poi placa con una risposta arguta la conseguente ira funesta del suo padrone.
Della presenza un tempo familiare delle gru fa fede anche Dante. Nel V canto dell’Inferno, quello di Paolo e Francesca, traccia una similitudine fra il volo delle gru e la schiera dolente formata dalle anime dei lussuriosi, eternamente sbattuti dalla tempesta di vento. E come i gru van cantando lor lai/ faccendo in aere di sé lunga riga, recitano i versi di Dante.
Ma quei tempi sono passati. Da almeno cent’anni, e probabilmente da un tempo ben più lungo, le gru non nidificano in Italia. Fino ai primi anni di questo secolo non la attraversavano neanche durante le migrazioni, fatti salvi pochi individui di passaggio sulla Sicilia.
Le cose tuttavia sono cambiate. Ora migliaia e migliaia di gru attraversano la Pianura Padana in ottobre-novembre e in febbraio-marzo; in parte tendono a fermarsi per svernare. Chissà che la situazione non si evolva ulteriormente e che le gru non decidano prima o poi di metter su famiglia. L’animazione di Euro Bird attesta la presenza, sebbene sporadica, di gru lungo il Po anche in estate. Non è nota al momento alcuna nidificazione, ma l’intenzione prima o poi potrebbe anche sbocciare.
Nel frattempo, si può nutrire la ragionevole speranza di vedere (e sentire) i chiassosi stormi durante il passaggio in volo. Se la fortuna assiste e se le gru si posano a terra, avvicinandosi in punta di piedi e senza disturbarle si può assistere ad uno spettacolo come quello nel video qui sotto. L’ha girato nell’aprile scorso il fotografo naturalista Blondinrikard Fröberg. Sua è anche la foto di copertina. Clic sulla freccia in basso a sinistra per far partire il video.