
«Buongiorno, stavo cercando del miriofillo per il mio acquario dei pesci. Lo vendete?». «No, mi spiace signora, è stata vietata la commercializzazione di questa pianta». Gli appassionati di acquari di casa, in questi giorni, si sono sentiti ripetere questo da tutti i negozianti del settore che hanno provato a contattare.
Il Myriophyllum Aquaticum, la specie tropicale originaria del Rio delle Amazzoni che ha infestato il Po e sta rispuntando all’altezza dei Murazzi, parallelamente al suo proliferare, lo scorso 16 luglio, è stata vietata dall’Europa, insieme ad altri 36 piante e animali.
IL DIVIETO
È stata ritenuta una «specie esotica invasiva», si legge nel documento della Commissione Europea firmato dal presidente Jean-Claude Juncker e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il mese scorso. La Ue ne «promuovere il rilevamento precoce e l’eradicazione rapida, se non ancora ampiamente diffusa» e impone di «gestirla in modo adeguato». Dal 3 agosto, il millefoglio acquatico non può più essere venduto nemmeno nei negozi per rendere più bello e colorato l’ambiente dei pesci.
Il rischio che si propaghi e colonizzi il Po, uccidendo le altre specie, è troppo elevato. Ora, i biologi lanciano anche un altro allarme: «Se non si interviene presto con la rimozione totale e un trattamento del suolo in cui la pianta è proliferata – spiega Alberto Selvaggi, naturalista dell’Ipla -, c’è un rischio di propagazione incontrollata, che potrebbe danneggiare le risaie piemontesi». Nel Sud-Est Asiatico, racconta Selvaggi, «il Myriophyllum rappresenta un grave problema per le culture del riso».
LE DUE FAMIGLIE
Per esigenza di chiarezza, va fatta una distinzione sulle piante che popolano il Po. Quella killer, arrivata dell’Amazzonia, compare a ciuffi. È ben diversa dalle lenticchie d’acqua, color verde acido, che invece sono nostrane e non infestanti. «Può crescere a dismisura in altezza – racconta Fabio Rasa, titolare del negozio Aquaplantarum di Grugliasco -. Noi non la teniamo più da alcuni mesi, non era una delle più vendute perché negli acquari di casa a certe temperature soffre. Ma su Internet si può ancora comprare a pochi euro. Gli appassionati se la scambiano, non è vietato il possesso». L’identikit del millefoglio dice che non sopporta se il termometro in acqua supera i 26 gradi, o scende troppo vicino allo zero. Se il Po è diventato sempre più uno stagno, frenato dalla diga, tra limo depositatosi sul letto del fiume e mai più rimosso con il dragaggio, il Myriophyllum si è adattato perfettamente all’ecosistema. In Piemonte, quello di Torino è finora l’unico avvistamento.
IL RITROVAMENTO
Per il resto, è stato scoperto nella pianura bresciana nel 2003, infesta anche le acque della provincia di Caserta e di Latina, rispettivamente dal 1992 e dal 1988. Ma la pianta verde che sta appassionando tutti i torinesi com’è arrivata al Po? Di ipotesi se ne sono fatte tante. Non sembra più accreditata la tesi secondo cui qualcuno l’avrebbe buttata nello scarico di casa, perché «le acque di scarico sono filtrate da sistemi di depurazione», continua l’esperto. È stata, invece, rinvenuta a giugno al giardino roccioso del Valentino, poi estirpata. «Può essere stata portata dagli uccelli o da qualche papera di acquari privati che è volata sul Po». Anche se pare più probabile che qualcuno sia andato a gettarla direttamente nel fiume, svuotando l’acquario. E ora, il Comune dovrà chiedere aiuto economico al governo per affrontarne la rimozione, si spera definitiva.
Letizia Tortello per La Stampa – Torino