Home ... ma Anche Libano: sequestrati e liberati quattro giornalisti italiani. Tra loro Mario Rebeschini, presidente...

Libano: sequestrati e liberati quattro giornalisti italiani. Tra loro Mario Rebeschini, presidente dell’Airf e segretario dei Gruppi di Azione Fluviale.

1136
0
CONDIVIDI
Mario Rebeschini
Mario Rebeschini

Shama (Libano) Domenica 6 gennaio ore 13,10 – Rapimento lampo di un gruppo di giornalisti italiani che si trovano in Libano insieme ai soldati italiani in missione Unifil. Mario Rebeschini è riuscito a farci pervenire una breve nota in cui ci racconta come sono andate le cose.
“Al rientro dai riti greco cattolico romano e cristiano maronita per ricordare l’Epifania, i due mezzi di scorta Unifil di base a Shama, che accompagnavano quattro giornalisti tra cui chi scrive è stato bloccato da un gruppo di libanesi in un’area in maggioranza Hezbollah.
Senza tanti complimenti i militari, l’ufficiale di scorta e i giornalisti sono stati fatti scendere dai camion e rapinati di cellulari, registratori e macchine fotografiche. Gli altri giornalisti sono Elisa Murgese di Radio Popolare di Milano, Rossella Santosuosso fotoreporter free-lance e Gianfranco Salvatori de “Il Piacenza.it”.
Dopo oltre un’ora di sequestro e l’arrivo di una pattuglia della Laf (le forze armate libanesi) ben ripuliti delle nostre attrezzature fotografiche, siamo stati tutti rilasciati e rientrati nella base di Shama senza un graffio”.
Il generale di brigata Antonio Bettelli responsabile del settore ovest della missione di pace Uinfil (e comandante della Brigata aeromobile Friuli di stanza a Bologna) ha affermato che ”Questo gesto offende tutti i libanesi perché se offende militari e giornalisti, che sono qui per Unifil, offende tutti loro perché si sottraggono a una opportunità di sviluppo che gli proviene dalla missione di pace”.

foto di Mario Rebeschini

I sette soldati di scorta e i quattro giornalisti stanno bene e, nel corso dell’azione e delle trattative che sono seguite per la loro liberazione, nessuno è rimasto ferito.
Aspettiamo Mario nei prossimi giorni e siamo vicini agli altri colleghi che hanno condiviso con lui questo ennesimo imprevisto professionale.