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Per un Altro Po: non c’è niente da inventare, abbiamo già tutto. Però mancano le regole

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La sala dello Stradivari venerdì sera affollata di pubblico

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo contributo di Vitaliano Daolio. Un approfondimento sulla discussione dei temi affrontati venerdì scorso a bordo della motonave Stradivari. 

 

La sala dello Stradivari venerdì sera affollata di pubblico

Le quasi 200 persone presenti venerdì sera (non un centinaio come detto da alcuni giornali ) sono sicuramente l’elite che gravita sul fiume Po.

Il portavoce del Carp Fishing Italia ha dalla sua 2.500 iscritti, il Movimento Gruppo Siluro Italia centinaia di appassionati, Il Waller Camp di Robert Welser ha già mille prenotazioni di Tedeschi per l’anno 2014.

Venerdì sera si è parlato di pesca, pesca moderna al passo con i tempi, una pesca Europea che può attrarre nel nostro territorio un grande turismo.

Un’attività che non dobbiamo inventarci, esiste da un decennio, dobbiamo solo regolamentarla.

Il suo fatturato con gli indotti si può quantificare in diversi milioni di euro. Ci siamo chiesti se dobbiamo perdere anche questa occasione, ci siamo domandati se è giusto far fuggire il turismo sportivo dal nostro territorio già pieno di infrastrutture, B&B, ristoranti, alberghi, musei ecc.

Quello che noi abbiamo chiesto è di essere ascoltati. Noi siamo in grado di portare proposte volte ad implementare, ad arricchire il territorio e le vogliamo confrontare con gli organi competenti.

Vogliamo un fiume interregionale, con una legislazione unica, con la presenza attiva di uno Stato che controlli con mezzi adeguati il territorio. (sul fiume serve una barca) Le quattro Provincie devono ascoltare noi che viviamo giornalmente questi problemi, noi che possiamo dare i giusti

suggerimenti.

Si è parlato anche del bracconaggio, correlato dall’inizio di un quinquennio di furti di motori. Si è esposto il problema delle licenze di pesca professionale rilasciate ai Romeni e del loro impatto distruttivo nel Delta del Po. Purtroppo abbiamo già segnalazioni della loro presenza nel nostro territorio (2 chilometri di reti sequestrate nel lago di Mantova).

Le associazioni canottieri di Cremona e Piacenza (migliaia di iscritti) erano rappresentate dall’ avv. Antonini che ha esposto problematiche legate ai furti, al non controllo della navigazione e alla conseguente poca sicurezza di chi pratica sport in barca a remi. Ha esposto il problema delle piene, la carenza di comunicazione nei momenti di criticità, ha illustrato i danni materiali che essa comporta.

L’ing. Mazzini direttore del depuratore di Milano Nosedo ha illustrato gli sforzi fatti nella città lombarda (milioni di abitanti) volti a rendere le acque reflue idonee all’irrigazione e quindi ottime per l’agricoltura.

Di conseguenza acqua buona per il nostro fiume, in linea con l’obiettivo di renderlo balneabile entro il 2020, come da obbligo delle normative dell’UE .

I risultati già si vedono, non tanto per i controlli fatti dagli enti preposti (spesso carenti) ma ci vengono dati dalla natura stessa. I segnalatori biologici come l’alborella sono ritornati nel fiume in grande quantità per segnalarci che siamo sulla buona strada.

L’Autorità di Bacino è intervenuta con il dott. Alessio Picarelli che ha illustrato le grandi potenzialità del Po, sia commerciali che turistiche, che però vanno normate in maniera più snella ed efficace.

Il presidente del GAL Oglio Po ha spiegato la grande opportunità che EXPO può portare nel nostro territorio ed in special modo ai progetti legati al mondo dell’acqua e all’associazionismo.

Ha partecipato l’istituto ITARD presentando il suo progetto finanziato dall’UE per fare corsi legati al territorio fluviale: guide di pesca, guide ambientali ed un sito web che colleghi interessi, problematiche e progetti legati al Po da Mantova a Piacenza.

Sono intervenuti giornalisti, presidenti di attracchi, guardia pesca, associazioni naturalistiche e cittadini. Il risultato finale è stato che, fondamentalmente, tutti abbiamo parlato la stessa lingua, abbiamo esposto le stesse problematiche e ci siamo dati come obiettivo quello di creare progetti da confrontare con gli enti preposti.

I primi risultati sono già arrivati, la segreteria del ministro Franceschini ha chiesto al comitato (appena nato) di fare una relazione espositiva , un documento che evidenzi i nostri progetti ed il nostro obbiettivo, che è quello di creare UN ALTRO PO.

Vitaliano Daolio