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Provincia di Modena, tutela degli argini: al via il “trasloco” di istrici e tassi

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E’ partito sul territorio modenese, un piano di intervento contro le tane di istrici e tassi sugli argini dei fiumi. Il piano prevede la cattura degli animali tramite apposite gabbie, e il trasferimento in altre aree, lontano dagli argini. Istrici e tassi, infatti, sono specie non cacciabili e protette e non possono essere abbattuti senza specifica autorizzazione.
“Il progetto – spiega la Provincia di Modena – è il primo in Italia con queste modalità a tutela dei fiumi ed è finanziato, con un contributo di 100 mila euro, dal commissario delegato alla Ricostruzione Stefano Bonaccini, con il coordinamento della Provincia di Modena, in collaborazione con gli Atc e con il parere favorevole di Ispra e del ministero dell’Ambiente. Dalla prossima settimana le gabbie trappola con esca saranno posizionate, con il coordinamento di un tavolo tecnico della Provincia, da cacciatori coadiutori che hanno frequentato un apposito corso che si è concluso sabato 12 dicembre con una prova pratica sul Secchia a S. Martino Secchia; sarà compito dei coadiutori stessi, il giorno dopo, verificare la presenza nella gabbia di istrici o tassi (se c’è un animale diverso sarà liberato); in caso positivo i coadiutori chiameranno immediatamente i volontari del Centro fauna selvatica Il Pettirosso che si incaricheranno di trasferire gli animali catturati in aree già individuate, soprattutto nell’alta collina modenese, considerate idonee: lontano da argini e strade e dove non possono creare danni all’agricoltura. Per ora, in questa prima fase sperimentale sono state acquistate 30 gabbie e i coadiutori coinvolti sono in tutto 30″.
trappole per istrici provincia modena“Le modalità della cattura – sottolinea Fabio Leonelli, comandante della Polizia provinciale – garantiscono sulla tutela di questi animali protetti con l’istrice che è specie di interesse comunitario. L’obiettivo è di ridurne la presenza sugli argini con un intervento che affianca quello già in corso da tempo sulle nutrie e le volpi specie non protette”.
Come ricorda Rita Nicolini, responsabile della Protezione civile provinciale e dello staff tecnico del Commissario, il progetto su istrici e tassi fa parte di una strategia complessiva per la sicurezza idraulica: “Dall’estate del 2014, dopo l’alluvione – sottolinea Nicolini – con il coordinamento della Protezione civile della Provincia di Modena, è stato effettuato il monitoraggio delle tane degli animali sugli argini dei corsi d’acqua modenesi e sono state scoperte e chiuse oltre 750 tane di animali (nutrie, volpi, istrici e tassi) e individuate altri 300 puntali situazioni di rischio tra fessurazioni, legname in alveo e piccoli cedimenti che sono stati puntualmente segnalati e risolti dagli enti competenti. L’attività di monitoraggio, ora alla sua seconda fase, coinvolge i Comuni attraverso i loro gruppi comunali e le associazioni di volontariato di Protezione civile e degli Ambiti territoriali di caccia, attraverso i volontari coadiutori.L’intervento riguarda tutti i comuni lungo Secchia e Panaro, per complessivi 243 chilometri di argine e diversi canali”.
“I piani di limitazione numerica delle specie a rischio per gli argini – sottolinea Nicolini – completa il quadro di azioni non strutturali ma altrettanto fondamentali volte al governo della sicurezza del territorio. Monitoraggio degli argini, taglio della vegetazione in alveo e sfalcio delle arginature hanno creato le basi, oltre che concorrere ad una maggiore sicurezza del sistema arginale, per l’ottenimento dei pareri favorevoli del Ministero per l’avvio dei piani di controllo sulle specie ad abitudini fossorie (atti a scavare, ndr)”.
La strategia per la sicurezza idraulica del modenese che comprende l’adeguamento strutturale del sistema arginale di Secchia e Panaro e la ripresa di frane puntuali, l’adeguamento della cassa di espansione del Secchia e gli interventi su quella del Panaro, gli interventi sulla cassa di espansione dei Prati di San Clemente, gli interventi sul reticolo idrografico minore, il taglio della vegetazione in alveo e lo sfalcio delle arginature, ma anche interventi non strutturali con un’attività di monitoraggio ordinario delle arginature effettuato dal volontariato di protezione civile che permette di censire le criticità puntuali e la presenza di eventuali tane di animali che indeboliscono le arginature. A partire dallo scorso anno sono stati eseguiti oltre un centinaio di interventi su argini e alveo di fiumi e canali del territorio modenese, per una spesa complessiva di oltre 25 milioni di euro. “Il nostro territorio – sottolinea il Stefano Bonaccini, commissario delegato per la Ricostruzione – esce rafforzato da questa preziosa forma di collaborazione e sinergia tra enti, cittadini e volontari. Voglio perciò cogliere l’occasione per ringraziare il volontariato di Protezione civile e gli Ambiti territoriali di caccia che hanno partecipato e concorso al raggiungimento di questi importanti obiettivi”. Il Giornale della Protezione Civile