Home Cattive Notizie Se n’é andato Maurizio “Icio” Santini, gastronomo d’affezione, amico mio di Sermide

Se n’é andato Maurizio “Icio” Santini, gastronomo d’affezione, amico mio di Sermide

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di Andrea Dal Cero

Icio Santini è stato una delle mie prime conoscenze sul Grande Fiume.
Con Pasquale e Enrico, che a Sermide c’è nato, eravamo andati in redazione a Sermidiana per una visita quasi formale. Ma, come scoprimmo poi, con i Sermidiani di formale non c’è nulla e finimmo ognuno a parlare della sua storia, a raccontarci avventure grandi e piccole, a scambiarci piccoli doni e altrettanto piccole promesse. Icio mi accompagnò al mercato e scelse per me i migliori asparagi selvatici spiegandomi come avrei dovuto farci il condimento per quella sera, appena tornato a Bologna.
Fu così che, dopo una vita intera a raccontare dei più grandi cuochi e dei migliori ristoranti a tante stelle, conobbi il mio primo cuoco del Po. Dico meglio: il mio primo cuoco sul Po.
Un cuoco di affezione, una persona attenta, un gastronomo convinto, un interlocutore mite ma tenace nelle sue convinzioni che originavano dalla sua perfetta conoscenza del territorio e delle sue espressioni gastronomiche.
“Pomposamente vestito di apposita divisa” come l’avrebbe sicuramente descritto Gino Veronelli, mi portò per ben due volte in altrettanti anni a dissertare di cucina mantovana in quella Destra Po che non parla emiliano. E per il suo Turtél Sgasarot ogni convitato offrì il meglio del suo sapere e del suo sentire, mentre tante signore cucinavano e tutti allegramente si mangiava.
Quando Luigi Lui, suo direttore a Sermidiana, mi ha detto ieri che Icio se n’è andato, non ho trovato di meglio da fare che tirar fuori dalla libreria il suo Belmangiare (libro di riceti persi e catadi) e rileggermi le righe che volle aggiungere a corredo della sua ricerca: “Questo libro, come in cucina, non deve avere fretta, ma deve far assaporare il gusto della nostra tradizione”.
Ciao Icio