
Avevamo già trattato dei pesticidi presenti nelle acque del Po, riportando una ricerca dell’Ispra che evidenziava come e quanto questi pericolosi elementi siano presenti soprattutto nel Bacino del Po.
http://www.ilgiornaledelpo.it/166-tipi-di-pesticidi-rilevati-da-ispra-soprattutto-intorno-al-po/
Ora vediamo quanto siano allarmanti i dati che provengono da Stellata a Pontelagoscuro, da Mesola a Codigoro, fino a Ferrara, Ostellato, Migliarino, Portomaggiore e Comacchio. Su 17 punti prelievo per acque superficiali sparsi in questo lungo tratto di fiume, solo uno, a Ponte Bondeno, è dentro i limiti consentiti (pari a 0,1 µg/l per singola sostanza e 0,5 µg/l per aggregate) mentre per le acque sotterranee, su 18 punti prelievo, tre sono le falde già contaminate: a Bondeno, a Sant’Agostino e a Ferrara. Lo stesso report, indica la pianura emiliano-veneta come una delle aree più contaminate del Paese, a causa delle sue caratteristiche idrologiche, del suo intenso utilizzo agricolo e al fatto, non secondario, che le indagini sono sempre più complete e rappresentative nelle regioni del nord.
I pesticidi più rilevati (166 in totale, contro i 118 individuati nel 2007-2008) sono stati, per le acque superficiali, glifosate, AMPA, terbutilazina, terbutilazina-desetil, metolaclor, cloridazon, oxadiazon, MCPA, lenacil, azossistrobina. Nelle acque sotterranee, le sostanze presenti in quantità maggiore sono state invece bentazone, terbutilazina e terbutilazina-desetil, atrazina e atrazina-desetil, 2,6-diclorobenzammide, carbendazim, imidacloprid, metolaclor, metalaxil.
“Monitorare la presenza di pesticidi nelle acque superficiali, in particolare nel Po, è un’attività importante perchè consente di individuare il livello di perdita delle nostre risorse idropotabili, con la conseguente necessità di dover intervenire alle depurazioni – dice Pietro Paris curatore dello studio per Ispra – che è un’attività che non è mai sana per l’ambiente. Quanto alle acque sotterranee, se un pesticida entra in contatto con le falde acquifere si rischia che nel giro di decenni le sostanze si dissemino dappertutto, dal momento che le falde seguono dinamiche lentissime di diffusione”.