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Un milione di nutrie in Lombardia. Un problema nazionale: a rischio la sicurezza del territorio

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di Gabriele Arlotti
MANTOVA (5 febbraio 2014) – Un piano di azione comune di Consorzi di Bonifica, Comuni, Provincia di Mantova e Regione per affrontare il problema nutrie, ma anche un clamoroso appello: “Stiamo affrontando sul territorio quello che è un problema di livello nazionale che ora richiede una soluzione coordinata”. Sono categoriche Elide Stancari, presidente del Consorzio di Bonifica Territori del Mincio e Ada Giorgi, presidente del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po – nel denunciare l’esplosione, ormai incontrollata, del problema nutrie. “Lo rileviamo senza remore nella realtà mantovana che per il 70% vive circondata da acque e difesa da argini (dove la nutria scava le sue tane) e dal lavoro dell’uomo (che rischia di esserne vanificato)”. Un appello che giunge nelle stesso ore in cui a Roma si presenta “Manutenzione Italia: azioni per #Italiasicura”, il piano nazionale per la riduzione del rischio idrogeologico.
La nutria, purtroppo, è un animale che arreca danni all’economia agricola, ma ancora di più mette a repentaglio la sicurezza idraulica del sistema urbanizzato di luoghi difesi, appunto, dagli argini di cui, le loro tane, possono causare il collassamento: è quanto emerge dal monitoraggio del comprensorio in questi anni.

LA STIMA
Si commentano da soli gli ultimi rilevamenti dell’Università di Pavia, nello studio promosso dalla Regione Lombardia tramite ERSAF. La “Stima della consistenza della nutria (Myocastor coypus) in Lombardia” (settembre 2014), studio coordinato da Claudio Prigioni, professore del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente Università degli Studi di Pavia, “presume nel mantovano una popolazione di 168.000 esemplari (con un range di variazione compreso tra i 93.000 a 243.000) e, su scala regionale, una popolazione di 708.000 esemplari (range di variazione tra i 363.000 e i 1.054.000). Tali stime si riferiscono alla consistenza della popolazione di nutria nel periodo tardo-inverno e suggeriscono che le attuali azioni di contenimento della specie intraprese dalle province possono avere solo un effetto locale e limitato nel tempo. I prelievi effettuati attraverso i piani di controllo numerico delle province hanno, infatti, un’incidenza limitata, valutabile nell’ordine del 15-18%, che non ha nessun effetto sull’incremento utile annuo della popolazione che potrebbe tranquillamente raddoppiare nell’arco dell’anno”.
“E’ indispensabile affrontare il problema nutria in modo coordinato – continua il professor Claudio Prigioni – sia in ambito regionale sia nazionale. Le azioni di controllo della specie dovranno essere finalizzate a spezzare la continuità della sua distribuzione, creando zone vuote che saranno ampliate progressivamente nel tempo. In aggiunta è doveroso verificate anno per anno la consistenza della popolazione, attraverso la metodica di censimento già ampiamente collaudata dalle province lombarde coinvolte. Questo permetterà di valutare l’efficacia dei controlli e di redigere un bilancio dei costi e benefici”.

INCONTRO CON I COMUNI, PROVINCIA E BONIFICA TERRITORI DEL MINCIO
In un incontro svolto martedì 3 febbraio a Bagnolo San Vito, cui erano invitati i 23 comuni mantovani del comprensorio del Consorzio di Bonifica Territori del Mincio, assieme a Provincia di Mantova, Parco del Mincio ed esperti si è fatto il punto della situazione. La giornata si è aperta con l’appello del sindaco Emanuela Badalotti a coordinare azioni comuni. Erano invitati i sindaci mantovani e, in questa occasione, Elide Stancari, presidente del Consorzio di Bonifica Territorio del Mincio ha esposto le possibili soluzioni in atto. Tra gli interventi di Alessandro Benatti, assessore di Curtatone, Filiberto Speziali, assessore del Comune di Roncoferraro è emersa “forte preoccupazione per la sicurezza del territorio, sulla necessità di coordinamento delle azioni da intraprendere e l’ottimizzazione delle risorse, sulle responsabilità delle stesse”.
Pieno sostegno alle operazioni proposte da Provincia e Consorzi di Bonifica dalle associazioni di categoria agricole intervenute all’incontro, Cia, Coldiretti, Confagricoltura: “E’ positivo l’intervento dei Consorzi di Bonifica anche con risorse economiche per fronteggiare questo fenomeno che, per altro, responsabilizza gli agricoltori (primi contribuenti consortili): assieme possiamo dobbiamo arginare un fenomeno di scala molto più vasta”.

PROBLEMATICITA’
All’incontro di Bagnolo San Vito è emerso, tra le problematicità, come la Legge regionale 32/2014 (che modificava la legge 20 del 2002 in materia), sia stata oggetto di ricorso presso la Corte Costituzionale. Ne consegue uno stallo sulle indicazioni delle responsabilità e competenze per il contenimento di questi animali. Mentre è ormai in dubbio, inoltre, l’assegnazione delle risorse regionali alle Province (la Regione Lombardia fino al mese di luglio aveva stanziato più di 400.000 euro l’anno, ridotte con la nuova legge a 150.000 per il 2014) di cui ancora si attende il riparto. Siamo di fatto in forte carenza di risorse per fronteggiare un fenomeno cosi serio: non potranno essere assegnate risorse agli operatori (circa 1000, per Mantova) per il lavoro che svolgono.
I fondi stanziati dalla Regione sono totalmente insufficienti per fronteggiare il problema a livello provinciale, figuriamoci a livello regionale. Ogni nutria solo di smaltimento costa più di 50 centesimi.
La nutria, inoltre, depennata da una legge nazionale (agosto 2014) dall’elenco della fauna selvatica, è equiparata a topi, ratti, arvicole. A chi, quindi, la competenza per il suo controllo? La Regione con la nuova legge aveva proposto che siano ancora i Comuni e le Province ad occuparsene, ma il Governo a questo punto mette in discussione la scelta.

INTERVENTI NEL MANTOVANO
“I Consorzi di Bonifica, per quanto nella situazione di congiuntura attuale, metteranno a disposizione risorse”, rilevano Ada Giorgi e Elide Stancari. Nel caso di Terre dei Gonzaga in Destra a Po si acquisteranno nuove gabbie con una dotazione di 10.000 euro, nel caso di Territori del Mincio con 20.000 euro si aumenterà la stessa dotazione di gabbie e si contribuirà ad abbattere i costi di smaltimento di questi animali che, comunque, una volta catturati in modo indolore saranno abbattuti secondo le indicazioni di rispetto Inspra.
Completano l’azione di controllo su scala provinciale le azioni di coordinamento effettuate dalla Provincia (oltre a 10.000 euro destinati allo smaltimento), illustrate dall’assessore alla sostenibilità ambientale e pianificazione territoriale Alberto Grandi. “L’opposizione alla legge regionale ci impone di andare nella direzione di accordi con i singoli Comuni. Entro pochi giorni proporremo loro una convenzione con i Consorzi di Bonifica e una proposta di Ordinanza del sindaco tipo per affrontare nel caso il problema, indicando lo stato di emergenza e le modalità di intervento (che dovranno comunque rispettare la sicurezza e la tutela della fauna selvatica presente)”.

I SISTEMI IN VIGORE
“Nel mantovano – ha spiegato Lucio Andreoli responsabile servizio caccia e pesca provincia di Mantova – la cattura delle nutrie è attuata o dai cacciatori (che operano in convenzione con i Comuni) o dai circa 1000 operatori già formati dalla Provincia e abilitati alla cattura di questi animali. I fondi disponibili non consentono oggi di riconoscere un rimborso della stessa consistenza degli anni precedenti, per questo l’attività si basa sull’azione volontaria e sul senso civico di queste persone”. I Comuni, dal canto loro, ospitano i frigo per la conservazione delle carcasse sino al successivo smaltimento (per incenerimento o seppellimento in buche distanti dai canali).