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Una nota sulla moria di pesci avvenuta la scorsa settimana sul litorale ferrarese

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La moria di pesci e molluschi avvenuta recentemente su alcuni tratti del litorale è un fenomeno naturale, non dovuto a inquinamento ed è causata dalle crisi anossiche (totale assenza di ossigeno disciolto nella colonna d’acqua) e quindi da condizioni non idonee alla vita degli organismi che vivono a stretto contatto dei fondali.

Si tratta di un fenomeno già accaduto circa quindici giorni fa in laguna di Venezia, con rilevante epidemia di pesce giunto fino nel Canal Grande, successivamente nella Valle di Gorino e poi in vari punti della costa comacchiese (Lidi di Volano, Nazioni, Pomposa e Scacchi) e ravennate, a Casal Borsetti. L’anossia delle acque è stata rilevata anche dalla rete di monitoraggio che gestisce la Provincia di Ferrara, nella stazione di monitoraggio in mare al termine della diga foranea di Porto Garibaldi, e in Sacca, nelle varie stazioni dove l’ossigeno, soprattutto durante la notte e le prime ore del mattino, raggiunge valori prossimi allo zero e le temperature dell’acqua hanno raggiunto i 33 gradi centigradi in laguna e i 30,5 in mare. Causa principale è il particolare andamento meteorologico della primavera e dell’inizio estate, con abbondanti precipitazioni prima (con significativi apporti di nutrienti) e caldo anomalo poi. Fattori che hanno prodotto condizioni eutrofiche con produzioni di biomassa abbondanti (alghe e fitoplancton) e successivamente condizioni distrofiche, dovute alle alte temperature e ridotto idrodinamismo, che portano alla decomposizione degli organismi vegetali, con il conseguente consumo della maggior parte di ossigeno presente nell’acqua.

I fenomeni sono principalmente localizzati in aree con scarsa circolazione delle acque: ad esempio la Sacca di Goro, e in particolare nella Valle di Gorino, dove per cercare di limitare e ridurre il fenomeno la Provincia ha attivato 10 pompe, tuttora in funzione, per indurre una circolazione forzata e impedire che l’acqua anossica generata venga spostata verso le aree produttive della laguna, nelle aree retrostanti le scogliere, lungo il litorale e a Casal Borsetti. Per cercare di ridurre il problema occorrerebbe limitare il fenomeno dell’eutrofizzazione delle acque costiere – spiega la dirigente del settore Ambiente ed Agricoltura della Provincia, Paola Magri – che significa limitare il consistente apporto di nutrienti che derivano dall’intero bacino del Fiume Po.