
di Giovanni Gardani

Risorse bloccate e pochi fondi, in tempo di crisi, ma se non altro una speranza arriva dalla pipe-line di Viadana: l’impianto di circa 700 metri che collega la banchina fluviale sul Po ad un’area di stoccaggio ad uso pubblico, potendo trasportare sostanze fluide utili proprio alle aziende del viadanese, potrà presto ripartire infatti, grazie ad un finanziamento di 100mila euro.
La pipe line, realizzata nel 2004 grazie al protocollo d’intesa tra Regione Lombardia, Provincia di Mantova, Azienda regionale per i porti di Cremona e Mantova e comune di Viadana, doveva nelle intenzione togliere camion cisterna dalle strade, evitando il trasporto di sostanze pericolose, quali il metanolo. Tutto questo spostando il trasporto sulle bettoline che viaggiano sul Po. Fu poi la ditta Sadepan, sempre nel 2004, a completare l’opera, realizzando un tubo di collegamento sotterraneo dalla riva del fiume al proprio stabilimento, per favorire il passaggio di suddette sostanze. Con l’arenarsi di contributi economici da parte dei soggetti interessati, però, il progetto saltò.
Oggi, grazie anche all’azione del presidente della consulta d’area Casalasco-Viadanese Ercole Montanari presso la Camera di Commercio di Mantova, della quale Montanari è peraltro ex presidente, il finanziamento di 100mila euro (50mila subito, la restante metà nel 2014) potrebbe portare a sbloccare una situazione che si stava facendo pesante. In questo modo le intese, sottoscritte esattamente dieci anni fa, non resterebbero una bella promessa affondata a metà del guado, ma potrebbero nuovamente essere perseguite.